Lavori di classe sulla favola Pianetopo
L’autore Gilberto Germani, con il quale abbiamo avuto un incontro venerdì scorso, ci ha cortesemente inviato un libro contenente alcune delle fiabe da lui scritte insieme a Gloria Esposito, grazie alle quali entrambi hanno vinto un importante premio letterario internazionale per la narrativa. Il tutto è stato accompagnato da una dedica e da numerosi ringraziamenti e apprezzamenti per il lavoro da noi svolto in classe dopo la lettura e l’interpretazione di ogni fiaba da noi presa in esame in questi ultimi anni.
Nell’attesa di ricevere, come promesso, le altre fiabe che scriveranno, invieremo i nostri lavori e continueremo a collaborare con loro anche nel corso di quest’ultimo anno. Oltre al piacere di leggere racconti fantasiosi, ma al tempo stesso ricchi di insegnamenti validi per noi ragazzi, ci onora il fatto che i nostri approfondimenti e commenti di ogni fiaba letta finiscano per essere mostrati in altre scuole d’Italia e messi sul sito Internet degli autori.
Leggiamo ora un’altra fiaba scelta dal libro inviatoci in omaggio per esprimere la loro riconoscenza per quanto noi facciamo in classe con la maestra.
Breve analisi della storia e commento personale di ognuno di noi.
Questa storia si presenta subito come un testo fantastico poiché parla di un pianeta senza una precisa connotazione geografica (in un posto lontano, lontano dalla Terra…), abitato completamente da topi di ogni forma e dimensione che rivestono ruoli familiari: nonni, genitori, figli.
Proprio perché si comportano come “veri uomini” possiamo anche dire che questo testo presenta le caratteristiche di una favola con tanto di insegnamento finale (la morale) che invita i ragazzi a non avere, come solitamente accade, repulsione e paura dei topi, a torto ritenuti animali dannosi, poco intelligenti, schifosi e ripugnanti.
La storia inoltre dà anche una spiegazione non scientifica, ma comunque pertinente, delle fasi lunari attraverso la metafora della “luna formaggio” che cala e cresce a seconda della fame dei figlitopi. Risulta quindi anche una specie di mito che nel finale permette al bambino di “entrare nel mondo fantastico” del Pianetopo.
A noi questa storia è piaciuta molto e ci è sembrata completa in ogni suo aspetto. Ci è piaciuta più la parte in cui il nonno descrive Pianetopo; è stato bello ascoltare come gli autori pensavano che fosse questo strano luogo.
Non abbiamo apprezzato invece la parte in cui Giorgio vede un topo che si nasconde nel pagliaio: gli autori, secondo noi, potevano continuare a descrivere rendendo più bello il periodo.